giovedì 6 novembre 2008

Addio a Michael Crichton conosceva il segreto di una storia

NEW YORK - Forse l'ironia aveva preso il posto della sua sfrenata fantasia. E la sua fama di creatore di dinosauri clonati aveva superato la sua bravura di sceneggiatore. Chi ha letto Next, il suo ultimo romanzo, ci ha trovato pesci sponsorizzati da multinazionali e qualche citazione di un buffo presidente del Consiglio di un Paese lontano (l'Italia) alle prese con curiosi esperimenti sebacei. Chi è stato dipendente dalle prime stagioni di Er - Medici in prima linea (tuttora in corso), sa quale macchina perfetta fosse quella serie e quale rivoluzione portò nel linguaggio televisivo. E' morto all'improvviso, era malato da tempo, pochi lo sapevano. In Memoriam, Michael Crichton, 1942-2008, come semplicemente si legge sul suo sito Internet. Dove si annunciano funerali privati.

Basta qualche titolo per dare l'idea di chi fosse Crichton: Jurassic Park, Stato di paura, Preda, Sfera, Il mondo perduto, Congo. Romanzi spesso divenuti film, sceneggiature diventati successi di botteghino. Steven Spielberg, Dustin Hoffman, Sharon Stone, Samuel L. Jackson, Sean Connery, George Clooney (quando non era ancora George Clooney ma stava per diventarlo grazie a Crichton): quasi tutta Hollywood ha incrociato il suo genio. Agli Universal Studios di L. A. il parco a tema di Jurassic Park resta il monumento a una delle sue intuizioni più incredibili. E ogni giorno gli americani gli rendono omaggio facendo la cosa che probabilmente più rendeva felice Crichton: divertendosi. Divertirsi a navigare i laghi e i fiumi dove spuntano all'improvviso le creature preistoriche che avevano visto al cinema.

Anche se Next non ebbe il successo di suoi lavori precedenti, Crichton era una risorsa. Pensare a lui significava pensare una sola cosa: bestseller, 150 milioni di copie vendute, milioni di telespettatori, migliaia di persone al cinema. Molti si interrogavano sul suo successo, molti non lo capivano, molti probabilmente lo declassavano a scrittore di genere. Invece il segreto è semplice ed è sotto gli occhi di tutti. Crichton era un artigiano della sceneggiatura, conosceva, lui laureato in medicina, il segreto di una storia.

Un esempio. Il primo episodio di Er, 24 Hours. Medici che parlano tra loro, storie che si incrociano, uno che torna ubriaco e un altro, si capisce che è un suo amico, che lo sdraia su una barella a smaltire. Infermiere, una più inquadrata delle altre. Fuori, Chicago, la più bella città d'America. Dentro un medico con gli occhiali che non riesce a dormire più di pochi minuti prima che qualcuno lo svegli. Un problema in famiglia, la moglie vuole che lasci il pronto soccorso universitario per una vita e uno stipendio migliore. L'ubriaco si sveglia, è sobrio, lo vediamo all'opera. E' un pediatra, è bravo, maledettamente bravo, ma pieno di ombre. Uno studente appena arrivato. E' ricco, impacciato, viene travolto dalla mole di lavoro che un altro medico, un chirurgo, bravo, dannatamente bravo, gli somministra. Stop. Fermatevi e contate quante conflitti principali e secondari in pochi minuti Crichton ha tirato fuori con la sua idea.

Secondo esempio. Chi o che cosa teme oggi l'uomo? Multinazionali, manipolazioni genetiche, violazione della privacy, clonazioni clandestine, virus creati in laboratorio e dispersi o venduti chissà dove e chissà a chi. In poche parole che ci sfugga di mano tutto quello che abbiamo messo in piedi. Tutto troppo in fretta, tutto troppo difficile da controllare, troppi soldi che girano, troppi interessi e troppo opachi. Ecco i nuovi nemici che Crichton ha messo nelle sue storie. Le nostre paure, il cocktail tra quello che abbiamo inventato e quello che non siamo in grado per avidità, miopia, inadeguatezza di tenere a bada.

Questi sono i due elementi alchemici del segreto di Crichton: storie da raccontare e arte nel raccontarle. Aveva 66 anni, pensavamo che avesse ancora tanto tempo. Eravamo sempre in attesa di qualche sua nuova idea. Sicuri che ci avrebbe fatto ridere, piangere, pensare. In memoriam, Michael Crichton.

(5 novembre 2008), da Repubblica.it

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