sabato 21 febbraio 2009

Federazione cure palliative: il ddl Calabrò aggraverebbe inutilmente le sofferenze dei malati

Pubblichiamo il documento della Federazione Cure Palliative, che sarà letto domani durante la manifestazione a Piazza Farnese.

"La Federazione cure palliative (62 organizzazioni non profit operanti su tutto il territorio nazionale, che sostengono gli oltre 2000 operatori di questo settore) vuole evidenziare il grave pericolo contenuto nel disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di volontà che ieri ha ottenuto il via libera in Commissione Sanità al Senato.
Da 30 anni, ogni anno questo grande movimento risponde ai bisogni quotidiani di 200 mila persone e delle loro famiglie, dando sollievo al dolore e a tutti gli altri sintomi fisici, psicologici, sociali e spirituali che provocano sofferenza, aiutando il paziente a vivere quanto più attivamente possibile fino alla fine, sostenendo quindi la vita e la sua qualità, non affrettando né posponendo la morte, ma guardando a essa come a un processo naturale.
Alla luce di questi principi irrinunciabili sentiamo il dovere di evidenziare che, se dovesse essere approvata una legge che esplicitamente ed indiscriminatamente impone l'idratazione e la nutrizione artificiale per tutti i malati (art. 5 comma 6), ci troveremmo di fronte a tale obbligo anche per le persone che vivono una fase di inevitabile e prossima terminalità. Per loro non si tratta di non iniziare o sospendere una terapia, ma di accompagnarli a una fine dignitosa con tutti gli strumenti che la medicina oggi offre. Nell'accompagnamento del processo di morte naturale, per evidenti cause cliniche, il malato non è più in grado di ricevere acqua e cibo, è il corpo stesso della persona che sta vivendo l’ultimo periodo della sua vita che non sente più il bisogno di mangiare e bere, come sa bene chiunque abbia assistito alla fine di una persona cara.
Imporre per legge nutrizione e idratazione artificiale ai malati terminali rischia di peggiorare la loro qualità di vita che noi siamo chiamati a migliorare, accompagnandoli fino alla fine.
Ci appelliamo dunque al Parlamento perché sappia ricondurre al necessario equilibrio la legge in discussione, consentendo agli operatori le cure necessarie e adeguate a tutti i cittadini."

Milano, 20 febbraio 2009

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