di Maria Novella Oppo
Non ci sono parole capaci di definire il teppismo quanto le immagini viste in tv dell’orda di tifosi scatenati contro uomini e cose e forniti di salvacondotto calcistico. È vero che per molti la squadra è l’unica ragione sociale di esistenza, in una realtà che ha visto morire ogni senso del bene comune. È anche vero che, come ha detto don Mazzi, non si combatte il bullismo quando governano i bulli. E tanto più è vero quello che ha notato ieri Claudio Magris e cioè che non si sono mai visti zingari, o altri gruppi etnici o sociali (in particolare i pericolosissimi poveri) devastare stazioni per riempire di senso il fine settimana. Eppure, contro questi gruppi sono state emanate leggi repressive talmente dure da preoccupare l’intera comunità europea. I rom, in specie, sono schedati fin da piccoli, prima cioè di commettere alcun reato, perché i leghisti ritengono sospetta un’etnia che non ha mai dichiarato una guerra, non si è inventata una patria di comodo e non ha una squadra in nome della quale devastare e picchiare facendo il saluto romano. [da l'Unità.it]
leggi anche:
"I circenses pallonari" - di Piero Ricca
mercoledì 3 settembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento