domenica 26 ottobre 2008

Scuole fuori

[The Economist], da "Italia dall'estero"

I piani per riformare il sistema scolastico italiano provocano critiche.

L’Italia potrebbe essere sul punto di una recessione, ma il 2009 offre la promessa di una crescita senza precedenti per Siggi, un’impresa tessile vicino Vicenza nel nord est del paese. Siggi è il più grande produttore di grembiuli, o divise scolastiche. Un tempo molto diffuse nella scuola elementare italiana, sono passate di moda, come le boccettine di inchiostro. Ma a luglio il ministro dell’educazione Mariastella Gelmini ha puntato sulla reintroduzione dei grembiuli per combattere l’imbarazzo determinato da differenze di classe e di vestiti firmati fra gli alunni. La produzione di Siggi quest’anno ha quasi fatto il tutto esaurito e il suo presidente Gino Mara ha detto che “il prossimo anno ci potrebbe essere un vero e proprio boom” .

La decisione di far indossare il grembiule agli alunni è lasciata agli insegnanti di ruolo. Ció non figura in nessuno dei due disegni di legge per l’istruzione introdotti dalla Gelmini, ma è diventato un simbolo dei suoi sforzi volti a scuotere l’istruzione italiana. Le critiche sostengono che tutto ciò sia un vano tentativo di far tornare indietro l’orologio; i suoi sostenitori lo considerano un primo passo necessario per un sistema più equo ed efficiente.

Il 30 ottobre i contrasti da lei suscitati culmineranno in una giornata di sciopero degli insegnanti. I sindacati denunciano principalmente il programma di tagli volti a risparmio di quasi 8 miliardi di euro (11 miliardi di dollari). Questo include la perdita naturale di 87.000 posti di lavoro di insegnanti nel corso dei tre anni accademici fino al 2012 e il ritorno ad un sistema con un unico insegnante nella scuola elementare.

Se la riforma si limitasse solo a questo, si potrebbe rivelare disastrosa come i rappresentanti di sindacati ed opposizione prevedono (studi internazionali dimostrano che le scuole elementari sono l’unica parte dell’educazione italiana che funziona bene). Tuttavia è anche previsto che il 30% dei fondi risparmiati saranno reinvestiti nelle scuole. I sostenitori della Gelmini sperano che li riuserà per raddrizzare i paralizzanti squilibri nell’educazione, una delle più grandi debolezze economiche strutturali d’Italia.

Un problema è la grande quantità di insegnanti mal pagati, dice Roger Abravanel, autore di un recente libro sulla meritocrazia. “ Il numero di insegnanti per 100 studenti è uno dei più alti nell’OECD, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico”. L’educazione, particolarmente nel sud, è stata spesso usata dai politici per il patronato politico e per la creazione di posti di lavoro. Questo potrebbe spiegare perché, nonostante studino più a lungo e in classi più piccole, gli studenti italiani delle superiori reggono malamente i confronti internazionali. “ Il nord è intorno alla media dei Paesi dell’OCSE, ma il sud è alla pari con l’Uruguay e la Thailandia” dice Abravanel. Giacomo Vaciago, professore di economia all’Università Cattolica di Milano, dice che anche se per il momento il dibattito è sui tagli, il grande problema è la qualità, che è a casaccio”.

Alla presentazione delle ultime riforme, al fianco della Gelmini il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha promesso che, dal 2012, i migliori insegnanti otterranno un premio di € 7.000. Ma l’onorevole Vaciago è scettico sulla riuscita di questi piani. “L’attuale governo sta facendo tagli e sta sperando che il risultato immediato sia un aumento di qualità. Non vi è alcuna garanzia evidente che sarà così” ha commentato.

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