Questo ennesimo traguardo di lungimiranza lo abbiamo ottenuto al solito grazie a lui: Berluscaz, che quando c'è da far danno non si tira mai indietro. Il Puffone ci si è giocato sopra un pezzo di campagna elettorale (con il botta e risposta Malpensa-Fiumicino) facendosi portatore della bandiera dell'italianità, inventandosi cordate inesistenti con acclusi famigli e amici, fino a buttare l'ultima balla nel mucchio, quella dei concorrenti immaginari, cioè l'Aeroflot russa.
Senza nulla togliere alla responsabilità dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil hanno gestito dal canto loro la faccenda come peggio non potevano, ostacolando l'unico partner internazionale che aveva avuto il coraggio di tirare Alitalia fuori dalla buca melmosa in cui sta affondando.
Con questa situazione Alitalia è spacciata, con soldi per tirare avanti neanche un mese.
Ma cosa succede? Sotto pressante richiesta del neo-imperatore Berluscaz, il Governo concede un prestito salva-il-culo di € 300 milioni, in attesa di eventuali, fantomatici (e praticamente inesistenti) compratori. Soldi fino alla fine dell'anno. Un prestito da restituire a breve (31/12/2008 è la scadenza), tratto dai fondi del ministero dello Sviluppo economico. Insomma altri soldi nostri.
Ma quanto dovremo tenercelo in casa questo cadavere marcescente?? Al solito probabilmente finchè l'Ue non ci bacchetterà di nuovo (magari sospettando si tratti di aiuti di Stato e non di un prestito di emergenza, come viene definito).
Direi che siamo ripartiti tranquillamente da dove c'eravamo lasciati nel 2006.
L'articolo di Repubblica - Alitalia, i nomi dei colpevoli - 22/04/2008
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Ora d'aria
l'Unità, 22 aprile 2008
Diversamente dalle altre volte in cui vinse le elezioni, stavolta il Cainano non dovrà cambiare granchè in Viale Mazzini. Con un moto spontaneo che previene e anticipa gli ordini ancor prima che il padrone li abbia emanati, i tg Rai, al seguito di quelli Mediaset, han cominciato a suonare la grancassa sulla cosiddetta “emergenza sicurezza” in perfetta sintonia con la campagna elettorale del camerata Alemanno per il Comune di Roma.
Per giorni e giorni, come se nel mondo non accadesse niente d’importante, hanno “aperto” con una serie impressionante di incidenti stradali. Che peraltro sono un fenomeno piuttosto datato, fin da quando fu inventata l’automobile. Da allora càpita sovente che chi attraversa la strada venga falciato da un pirata del volante. Dispiace, ma succede. Ora improvvisamente, in mancanza di meglio, gli incidenti stradali, fino a qualche mese fa confinati nelle brevi delle cronache locali, diventano la prima notizia dei tg nazionali. Per dimostrare il lassismo della sinistra e il buonismo della magistratura rossa, che anziché inseguire gli automobilisti-killer se la prendono con eroi tipo Mangano e Contrada (santo subito anche lui).
Poi, provvidenzialmente, è giunta la notizia di uno stupro a Roma. Via per un paio di giorni gli incidenti stradali e sotto con gli stupri, anch’essi frutto del lassismo di Prodi e dunque di Rutelli, nonché delle toghe rosse. Anche le violenze sessuali sono un fatto tristemente ricorrente, in tutte le metropoli del mondo. Di solito - è triste, forse cinico, ma è così - sono confinati in un articoletto a metà giornale, senza diritto di citazione nei tg, a meno che la vittima non muoia. Stavolta però diventano merce elettorale e allora tg e giornali rinunciano a decidere autonomamente la gerarchia delle notizie, affidandola ai politici. E mettono lo stupro in copertina, facendo precipitare Roma, all’improvviso, in un film di Maurizio Merli o di Dario Argento. I leghisti tuonano giustamente contro “la sinistra dell’indulto”, ma dimenticano un piccolo particolare: Alemanno l’indulto l’ha votato, esattamente come Rutelli. Quanto ai rumeni, fu il governo Berlusconi di cui Alemanno era ministro a spalancare le porte dell’Italia, senza filtri né precauzioni, alla cosiddetta “invasione romena”.
Domenica sera, esaurito il quotidiano omaggio ai nuovi padroni del vapore, il Tg1 di Johhny Raiotta ha proseguito come se il direttore fosse ancora, o di nuovo, Clemente J. Mimun: cronaca nera, cioè politica, poi cazzeggio assortito. Francesco Totti si lamenta: “Mi hanno gufato”: segue servizio sul verbo gufare, con intervista al linguista Vincenzo Salemme. Poi un reportage sui panda; uno sui campionati delle barbe in Germania; uno sulla campionessa che si fa suora (su quella che sta per sostituire la moglie di Putin, invece, silenzio di tomba: l’amico Vladimir non gradisce, infatti l’unica domanda sul suo prossimo divorzio nell’anno dedicato in Russia ai sacri valori della famiglia l’ha posta una giornalista russa, quella mitragliata per scherzo dal Cainano).
Un bell’assaggio del “servizio pubblico” che ci attende nei prossimi cinque anni. Per sapere qualcosa di quel che accade davvero in Italia dovremo, come l’altra volta, munirci di parabola e interprete e gustarci i tg stranieri. L’altro giorno (come riferisce il sito articolo21.info) quello della spagnola Tve riportava il primo incidente diplomatico scatenato dal nostro futuro premier prim’ancora di insediarsi al governo, con una frase riportata col dovuto rilievo solo dall’Unità (subito rimbrottata dall’interessato): “Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo”. In effetti Zapatero non ha la fortuna di avere come ministri Bossi, Calderoli e Maroni. Così il Cainano ha compiuto il miracolo di mettere d’accordo la destra e la sinistra spagnole. “La risposta al vincitore delle elezioni italiane - riferiva la Tve il 16 aprile - è stata unanime, al di là del colore politico”. E giù critiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): “Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo”. Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: “Berlusconi è un delinquente, non c’è altro da dire su questo signore”.
Insomma l’immagine internazionale dell’Italia, oscurata da due anni di comunismo, torna finalmente a rifulgere nel mondo intero. In Spagna se ne sono già accorti. Il Tg1 seguirà. M.Travaglio
P.S. Auguri alla Senatrice Rita Levi Montalcini, che a 99 anni continua a svolgere con passione e dedizione il suo lavoro di laboratorio e in Senato.
La sua carriera è costellata di successi riconosciuti a livello mondiale, trascorrerà molti anni negli USA che diventeranno la sua seconda patria. Poi nel 1986, il premio Nobel per la medicina per la scoperta del fattore di crescita nervoso noto come NGF, filone di studi che non abbandonerà mai più.
La sua passione per la scienza va però di pari passo con l’interesse per le problematiche ambientali e sociali…
Per quanto sia difficile racchiudere il suo vasto curriculum all’interno di così poche righe, Rita Levi Montalcini ha rappresentato e continua a rappresentare un esempio di dedizione e tenacia tutta al femminile, iniziando a farlo in tempi in cui alle donne non era concesso così tanto spazio.
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