mercoledì 30 aprile 2008

La disfatta


Dopo la scandalosa vittoria (per il distacco dato all'avversario) di Alemanno alle elezioni per il Sindaco di Roma, sarebbe "buona creanza" che i dirigenti del Pd facessero fagotto e tornassero a casa.
Magari non tutti in blocco, ma certamente quelle salme di Rutelli, Fassino, D'Alema e comapgnucci che hanno decretato l'ennesimo tonfo di questa sinistra. Queste sono le facce vecchie, i soliti noti, che la gente si è stancata di vedere.
Buona parte del merito va certamente attribuita al bombardamento a tappeto che hanno fatto le tv (tutte) sul tema tanto caro ad Alemanno, la sicurezza, questa sconosciuta, nemmeno vivessimo nelle favelas. Ma siamo giusti, non hanno fatto tutto loro, da destra. Come al solito dal lato opposto sono riusciti ad auto-colpirsi ed affondarsi.
Poi ci si chiede perchè una buona fetta dell'elettorato che un tempo aveva decretato la vittoria del centro-sinistra stavolta non sia andata a votare.
Sono sempre loro, la casta autoreferenziale. Veltroni aveva iniziato a fare un buon lavoro di "ripulisti", bene che prosegua. Via questi genietti della politica e dentro persone più fresche, con la voglia di fare una vera opposizione.
Non è tollerabile vedere che il nuovo Sindaco della capitale venga accolto con ovazioni e saluto romano da una folla modello stadio. Sono cose abominevoli da vedere (e meno male che Repubblica riporta le foto perchè per esempio da quelle del Corsera si vede solo gente normalmente in festa), e lo sono ancora di più a cinque giorni dal 25 Aprile. La data della Liberazione da queste aberrazioni.

Bhe, grazie a tutti, adesso i fascistelli son tornati. Col minimo sforzo.

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Farla finita con la Realpolitick - P.F. D'Arcais 29/04/2008

Il nostro torto è di non credere alle nostre analisi. Quando Nanni gridò a piazza Navona oltre sei anni fa che “con questi dirigenti non vinceremo mai più”, in tanti trovammo che quel grido di indignazione e rabbia era la migliore sintesi di anni di riflessioni, e che la rabbia poteva diventare azione, e quindi speranza. Pochi giorni dopo, infatti, realizzammo il Palavobis, a cui stavamo già lavorando, e pochi mesi dopo il milione e più di auto-organizzati a piazza san Giovanni.

Ma a quel punto cominciammo a non prendere più sul serio le nostre analisi, a sostituirle con le illusioni. Le solite illusioni: che quei dirigenti sarebbero cambiati (nel duplice senso: di imparare loro stessi, o di rinnovare parzialmente i gruppi dirigenti dall’interno).
Illusioni o meno, abbiamo fatto fino in fondo, e anzi oltre, il nostro dovere secondo la “disciplina repubblicana”, votando chi non ci convinceva affatto (o peggio) pur di evitare la vittoria del peronismo-videocratico-clerico-fascista. Non è servito a nulla. Le colpe, le ignominie, le dissipazioni, le mediocrità, accumulate e stratificate negli anni dalla nomenklatura variegata del centro-sinistra, sono state più forti di ogni generosità e di ogni impegno: masse di cittadini democratici hanno detto chiaramente, con il loro non-voto, che non sono più disponibili per un “meno peggio” che evidentemente sentono sempre meno distinguibile dal peggio-peggio berlusconiano, leghista e post-fascista.
A questo punto, e dentro una catastrofe che abbiamo fatto di tutto per evitare e di cui solo le nomenklature del centro sinistra (tutte, vecchie e nuove) portano l’intera responsabilità, è lo stesso realismo che impone di farla finita con ogni Realpolitik. L’unica strada che ancora non è stata percorsa è quella della coerenza intransigente e radicale con i valori che si dichiarano. E’ l’unica, perciò, che abbia senso percorrere.
Lungo tale strada il primo equivoco da spazzar via è che ci fossero due sinistre. Ve ne era ed è una sola: PARTITOCRATICA, anche se poi variegata in apparenze più o meno moderate o radicali. Ma i Bertinotti e i D’Alema non sono né moderati né radicali: sono autoreferenziali, sono CASTA.
Ora ci aspettano anni in cui sarà necessario fare politica direttamente, auto-organizzandosi, in mille club, tematici, territoriali, telematici, senza la pretesa di una “linea generale” onnicomprensiva da condividere, ma anche senza più l’illusione che il momento elettorale possa esser delegato alla casta medesima.
Cominciamo subito, perciò, a proporre esperienze di azione politica nuova, a praticarle, a raccontarle, in coerenza con i valori del Palavobis e di san Giovanni. Senza la pretesa di “coordinarle”, ma di comunicarle e moltiplicarle. Del resto, la "democrazia presa sul serio" ha almeno un suo rappresentante in Parlamento: Pancho Pardi.
Non perdiamoci di vista e non limitiamoci alla geremiade. Il sito di MicroMega cercherà di servire anche a questo.

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