Intervista di Stefano Corradino
Poche settimane fa Verona e Viterbo. Negli ultimi giorni Roma: dal Pigneto all’Università La Sapienza. Gli episodi di intolleranza dilagano. “Quando una parte della destra radicale viene sdoganata politicamente molti si sentono autorizzati e compiono gesti che probabilmente prima non avrebbero fatto”. Lo afferma ad Articolo21 il giornalista regista Claudio Lazzaro, autore del film Nazirock, che le sale cinematografiche non hanno proiettato per paura di ritorsioni. E che anche le librerie nascondono. Questa sera proietterà la pellicola nel quartiere Garbatella di Roma. Nel suo film, tra i personaggi descritti c’è Martin Avaro, uno dei protagonisti del grave episodio di ieri all’Università La Sapienza.
Questa sera proietterai nel quartiere della Garbatella di Roma il tuo film Nazirock. Da Verona a Viterbo, dal Pigneto agli scontri di ieri all’Università La Sapienza. C’è un fil rouge, anzi un fil noir che lega questi avvenimenti?
C’è un clima preoccupante. E le aggressioni continue di questo periodo trovano purtroppo un terreno fertile anche da un punto di vista politico. Che viene da lontano e riguarda varie città nel nord e nel sud e nel Paese. Pensiamo a Verona: ero lì a proiettare il mio film. Tre proiezioni in un giorno in una città in cui il sindaco, Tosi, voleva mettere nell’Istituto Storico per la Resistenza un personaggio come Andrea Miglioranzi, ultrà dello stadio condannato a tre mesi di galera per istigazione razziale e tra i leader del gruppo “Nazirock”. In un posto dove il leghismo più estremista si intreccia con la destra più radicale tutto purtroppo diventa possibile....
C’è una latente accondiscendenza politica dietro queste forme di intolleranza?
Nessun esponente politico dell’attuale governo ha spinto i giovani in questa direzione. E molti a cominciare dal neo sindaco di Roma hanno preso formalmente le distanze, stigmatizzando ad esempio l’episodio del Pigneto. Ma non ci dimentichiamo che, sebbene abbia fatto ammenda lo stesso Alemanno ha una storia giovanile di militanza in ambienti non propriamente pacifici e tolleranti… Con ciò non voglio dire che siano stati "aizzati" ma che nel momento in cui una parte della destra radicale viene sdoganata politicamente molti si sentono autorizzati e vengono allo scoperto e compiono gesti che probabilmente prima non avrebbero fatto.
Un clima che impensierisce gli stessi distributori del film. Nazirock ha avuto seri problemi a passare nelle sale…
Non è stato praticamente possibile diffonderlo al cinema per le diffide arrivate da Forza Nuova. D’altronde quando un esercente riceve una diffida legale da qualcuno che è stato condannato a sei anni e mezzo per banda armata capisco che si preoccupi. Fortunatamente il film ha avuto anche una distribuzione in libreria ma io volevo raggiungere un gruppo di giovani meno preparati, che magari le librerie non le frequentano. Quelli che possono essere vittima di queste trappole ideologiche che dovrebbero essere pattumiere della storia. In ogni caso perfino le librerie hanno paura di esibire Nazirock e lo nascondono. C’è gente che ha dovuto chiedere per dieci minuti il film prima di vederselo consegnare…
Uno dei giovani di Forza Nuova responsabile delle aggressioni all’università di Roma era uno dei protagonisti del tuo film.
Sì, è il federale di Roma est Martin Avaro, già coinvolto lo scorso anno nell'inchiesta sul raid avvenuto nel parco di Villa Ada a giugno.
Hai scritto un editoriale sul nostro giornale on line dal titolo “Come piazzare un giornalista nel mirino delle squadre fasciste”. Sei preoccupato?
Mi preoccupa molto. Tre giorni fa è apparso su YouTube un video che si presenta e si firma col marchio di Forza Nuova. Boicotta Nazirock, è il titolo di testa, su sfondo blu brillante. Poi, con un montaggio di testi e immagini, si cerca di smontare il complotto che avrei ordito contro Forza Nuova. Secondo il video, il grande striscione che si vede nel mio film, sventolato da un gruppo di giovani a braccio teso nel corso del raduno di Forza Nuova, sarebbe un falso: sarei stato io a modificarlo in sede di montaggio per diffamare e infangare il partito di Roberto Fiore. Darmi del falsario, dipingermi come un infame in un clima come questo ti fa diventare un bersaglio. Nella migliore delle ipotesi è un atteggiamento irresponsabile. Nella peggiore un atto di squadrismo.
Articolo21, nella sua campagna contro la mafia ha lanciato il tema della “scorta mediatica”, come uno degli strumenti principali da adottare per isolare la criminalità. Vale solo per chi combatte la mafia o pensi che sia fondamentale che i media diano più voce anche a coloro che contrastano fenomeni di recludescenza neofascista?
La cosa più importante è che i media rappresentino questi fenomeni senza minimizzare . Non per fare antifascismo ma per fare informazione onesta. Per questo dalla stampa non mi sento né protetto né abbandonato. E non chiedo che si discuta di più del mio film. Vorrei che si parlasse di questo contesto sociale dove stanno dilagando intolleranza e aggressività. Purtroppo devo constatare che la tv ha scarsa attenzione su questi temi.
Se di fascismo si può parlare quali sono i caratteri che lo caratterizzano rispetto a quello “storico”?
Non ha molto a che fare con l’originale. Per i giovani sono solo mitologie "orecchiate": questi ragazzi non hanno conoscenza della storia, sono giovani reclutati spesso negli stadi che poi trovano in Forza Nuova o nella Fiamma un partito per incanalare energie. Ma non hanno conoscenza alcuna dei fenomeni storici. Non c’è coerenza ideologica, ma continue contraddizioni.
Magari non solo nei giovani. C’è chi sbandiera l’antiglobalizzazione per poi allearsi con Berlusconi…
E’ il caso di Roberto Fiore. I suoi discorsi appassionati contro la globalizzazione e lo sfruttamento della manodopera, il suo antiamericanismo viscerale e poi l’apertura in campagna elettorale all’attuale presidente del Consiglio che è il più filo americano di tutti. In effetti le contraddizioni sono a più livelli.
E la sinistra che responsabilità ha in questo contesto? Non è riuscita a intercettare il degrado culturale o la rabbia dei giovani?
Ha innanzitutto un difetto di comunicazione, non ha avuto la capacità di intervenire e creare un radicamento. Forse se la sinistra avesse avuto un linguaggio diverso capace di entusiasmare i giovani attraverso i suoi valori, del tutto differenti, di eguaglianza e solidarietà magari a quest’ora quei giovani avrebbero pulsioni più positive.
Una responsabilità che parte da lontano…
Pasolini nel '74 contestava il fatto che la sinistra vedeva i giovani di destra come l’inevitabile raffigurazione del male. E non andava oltre. Forse sarebbe il caso di ripartire da lui…
Gomorra, film importante di denuncia sociale, tratto dal libro di Saviano, ha conquistato un premio molto ambito al festival di Cannes aprendo un dibattito vivo sul tema della criminalità, della delinquenza giovanile, del racket dei rifiuti... Il cinema può essere uno strumento per aprire degli squarci? Per farci riflettere?
Il cinema è lo strumento principale per fare ciò. Due giorni fa ero nella città di Acquapendente a presentare il film. Una sala piena di persone che hanno visto Nazirock e sono rimaste due ore a parlarne. Non è vero che film di questo tipo non possono avere mercato: la gente ha voglia di vedere rappresentata la realtà in cui vivono. Sono le istituzioni della comunicazione a pensare che la gente abbia solo voglia di soap opera e di lucchetti dell’amore...
Da Articolo21.info
L'intervento di G.Giulietti sul caso - da Articolo21
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